Siamo accolti da una signora gentile che ci fa notare che il check in inizia alle 14 e noi siamo 15 minuti in anticipo. Il cane (boxer carino) ci riempirà di bave per tutto il soggiorno: lecca le tazze sui tavoli, sbava sui clienti e saltella negli spazi angusti.
La signora ci accompagna in camera attraverso una scala coperta da tappeti lerci e sbrindellati. La hall è arredata con mobilia rotta e consunta, altri clienti hanno steso gli abiti bagnati sul termosifone.
Entriamo: stanza gelida e piccolissima, con 2 finestrelle a 2 metri da terra. Spifferi ovunque, un termosifone scrostato a proteggerci ( con poco successo)
Il bagno è freddo, risale agli anni 70, presenta un box doccia minuscolo ed incrostato di calcare. Muri crepati, piastrelle rotte, tendine sporche completano il quadro.
Per accedere all hotel si digita un codice che apre la porta: non si vede nessuno durante il giorno.La signora compariva solo alla sera ed il giovane proprietario, a stento biascicava un saluto: troppo affaticato, si addormentava nella sala tv/ colazione.
Insomma, un incubo.